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Estratto dalla recensione di Loredana Cicu su
Così piccoli, così grandi. Sulle tracce di Charles e Lavinia di Marella Giovannelli

Cara Marella, complimenti per il tuo racconto Così piccoli, così grandi. Sulle tracce di Charles e Lavinia. L’argomento è insolito e molto spesso poco trattato: il percorso di due esistenze lillipuziane che s’incrociano e fanno del loro “mondo” un capolavoro di vita… Fa affiorare la narrazione dei sentimenti che si sprigionano dalla non usuale forma fisica sino alla
ricchezza del cuore e delle anime impegnate nel loro combattimento sociale per una vita dignitosa…
I diversi poi ci piacciono perché non sono mai delle creature banali ma rispecchiano le nostre incertezze, i fantasmi inconfessabili e il timore del deforme. Sono l’Unione del bene e del male che ci completa e ci mette alla prova con i lati in cui dobbiamo autocertificare noi stessi.
Così le forme mentis vengono impressionate da chi allora andava a vedere come potevano essere e vivere Charles e Lavinia, sposi, gentleman e Lady davanti alle Regine, o tra Lord e fenomeni da circo. Il dramma della deformità diventa irresistibile, si fa mito. Shakespeare e i suoi diversi, figure del deforme e dell’informe, descrivono gli sguardi dei normali basiti e perplessi davanti ai mostri, ai pazzi e alle streghe che risultano sempre vincenti…Il diverso si riscattava non solo nella vita ma anche in letteratura. Nascono romanzi che fino ad oggi sono dei classici irripetibili e straordinari.
Brava Marella hai con queste due vite cavalcato quasi secoli di letteratura, partendo dal sogno shakespeariano fino ad oggi.
Sono sicura che Puck, il folletto di Sogno di una notte di mezza estate, insieme a William ti siano grati e ti ringrazino per esserti inchinata a due piccole vite così speciali e interessanti, due vite che hanno saputo parlare con il cuore a tutto il mondo.

Loredana Cicu

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